Perugia. Topi e insetti nei prodotti tipici chiusa un’azienda alimentare

Il Nas stoppa la produzione di una ditta del Tuderte: «Parassiti e sporcizia diffusa e non rimossa da tempo». Ovviamente è l’eccezione, perché tra tante ditte umbre impegnate nella lavorazione di prodotti tipici solo una è risultata in malafede.

Lo garantiscono i carabinieri del Nas impegnati a chiudere un’azienda della zona di Todi-Marsciano perché la sua produzione di conserve alimentari tipiche avveniva in condizioni igienico sanitarie al limite dell’assurdo.

I carabinieri del Nucleo tutela della salute hanno anche trovato un topo morto nei locali dove dovevano essere stoccati olio e tartufi che sarebbero finiti sulle tavole non solo degli umbri ma anche di tanti ristoranti che hanno turisti come clienti. I carabinieri del Nas guidati dal capitano Marco Vetrulli, in collaborazione con il personale della Asl 2, non hanno trovato soltanto il topo morto. Ma anche insetti ed escrementi di animali. Oltre a, raccontano i carabinieri, «sporcizia diffusa e non rimossa da tempo».

Insomma, le lavorazioni per il confezionamento delle conserve a base di tartufi e lenticchie, avvenivano in ambienti completamente fuorilegge. Di più: le materie prime per l’attività dell’azienda venivano stoccati in locali ad uso privato del titolare e che non erano autorizzati al confenzionamento alimentare.
Naturalmente l’attività con confezionamento è stata chiusa, e il titolare denunciato. L’accusa è quella di aver violato la legge speciale sugli alimenti. Che in questo caso erano invasi dai parassiti. Anche la carne che serviva per confezionare i prodotti e risultata non commerciabile e pericolosa per la salute. I carabinieri hanno bloccato novemila confezioni di conserve a base di prodotti tipici che erano pronte per essere vendute. E, in più, è stata anche sequestrata una tonnellata e mezza di materie prime che sarebbero servite per produrre altre conserve.

I controlli effettuati dal Nas di Perugia rientrano in un piano nazionale di controlli dei carabinieri per la tutela della salute, nei confronti delle aziende che producono e distribuiscono conserve alimentari. Le ispezioni sono state trecento e nel 25% delle strutture controllare sono state rilevate infrazioni. Denunciate settante persone e contestazione di cento violazioni delle normative del settore con multe per 75mila euro.

Quello tra Todi e Marsciano è uno dei casi più eclatanti a livello nazionale insieme a quelli di Napoli, Foggia, Roma e Bologna. In totale sono state, oltre a quella umbra, cinque le strutture produttive a cui sono stati apposti i sigilli e quattromila le tonnellate di conserve e materia prima sequestrare per un valore commerciale di quasi quattro milioni di euro.
Ma il lavoro degli uomini diretti dal capitano Marco Vetrulli, non si è fermato ai blitz nel settore delle conserve alimentati. Per tutto settembre i carabinieri del Nas hanno controllato le varie cantine e aziende vitivinicole per la produzione del vino. La campagna delle vendemmia si è chiusa senza particolari problemi. I questi giorni, invece, altro appuntamento classico per l’attività ispettiva e i carabinieri impegnati nella tutela della salute. Tocca alle aziende che producono olio, con particolare attenzione alla presenza di olio extravergine d’oliva umbro che non deve avare contaminazioni di olive non locali.

Dall’inizio dell’anno scolastico, invece, sono in corso i tradizionali controlli nelle mense scolastiche. Anche in questo caso le verifiche non avrebbero riscontrato gravi irregolarità. Almeno dal punto di vista della sicurezza alimentare. Contestate, invece, solo alcune infrazioni amministrative. Il lavoro dei militari del Nas continuerà anche nelle prossime settimane e terrà conto anche delle segnalazioni che spesso partono dai genitori e soprattutto riguardano la qualità dei cibi mesi sulle tavole di bambini e alunni. Sono centinaia le mense e le scuole da controllare con un occhio allo scodellamento dei pasti al confezionamento e alle cucine che sono il cuore del sistema di ristorazione che dà da mangiare ogni giorno migliaia di studenti, dall’asilo in su. Ma fino ad oggi nessun allarme.

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