Gioia Tauro pronta per la derattizzazione ecologica

L’Assessorato alle Politiche Ambientali e Tutela del Territorio ed il suo responsabile l’Assessore Domenico Savastano, ha pianificato un test sperimentale di derattizzazione ecologica sul territorio di Gioia Tauro.

Il progetto prevede un approccio alla derattizzazione, che si discosta da quello tradizionale, poiché sperimenta l’uso di sistemi brevettati ecologici, al fine di superare in tutto o in parte le criticità dei sistemi che prevedono l’impiego di derattizzanti chimici, come la dispersione nell’ambiente di esche chimiche, recentemente classificate dalla Commissione Europea dell’Ambiente come cancerogene, tossiche e mutagene e la dispersione nell’ambiente delle carcasse di roditori preda di animali domestici e selvatici, produttori di avvelenamenti indiretti. Senza contare che i ratti hanno nel tempo acquisito una resistenza agli anticoagulanti (anche a principi attivi di seconda generazione come il difenacoum ed il bromadiolone) che li rendono poco efficaci.

Terminate le prime fasi del progetto, tra cui l’individuazione delle aree critiche assieme all’eliminazione, per quanto possibile, dei fattori ambientali che favoriscono o che determinano l’infestazione da ratti e topi, verranno installate le apparecchiature di cattura nelle zone della città dove è maggiore la presenza dei roditori e, successivamente, nelle aree più a rischio.

Affinchè il progetto abbia però successo è sempre necessaria la collaborazione dei cittadini, anzi, è indispensabile ed è la base di partenza per tutte le azioni di lotta.

Sappiamo che la conquista, da parte dei ratti, di una disparata varietà di habitat è dovuta alla notevole capacità genetica di adattamento anche in condizioni ambientali difficili. Hanno caratteristiche morfologiche in costante evoluzione, sono mammiferi onnivori ed appetiscono qualsiasi alimento consumato dall’uomo. Possiedono inoltre un elevato ritmo di riproduzione e la loro colonizzazione di ampie zone urbanizzate, dove è facile trovare sostentamento, è facilitata dall’assenza di molti predatori negli ecosistemi popolati dall’uomo.

Tracce della loro esistenza risalgono a 450 milioni di anni prima dell’uomo e non è quindi pensabile eliminarli totalmente dal territorio, tra l’altro costituiscono anch’essi elemento importante dell’ecosistema. Sarà possibile invece, attenendosi ad alcune semplici regole,  limitare e o mantenere le popolazioni entro limiti accettabili.

Dunque è un dovere di ogni cittadino, contrastare la nascita di habitat che facilitano la loro proliferazione, per esempio:

Evitando lo stazionamento di imballaggi e di materiali inutilizzabili, l’accumulo di ingombranti, mobili e cassettiere o inerti;
Garantendo lo sfalcio dell’erba dal proprio giardino ripulendolo dalle foglie secche e da ramaglie;
Mantenere sempre atri, spazi aperti e terreni liberi dai rifiuti e dall’ingombro di materiali vari, spesso accatastati per lunghi periodi; anche il vano motore di automezzi lasciati fermi per parecchio tempo offrono un ottimo riparo;
Ripristinare crepe e fessurazioni in pavimentazioni;
Garantire un corretto drenaggio del terreno e la pulizia delle grondaie per evitare così la formazione di pozze che attirano gli insetti e facilitano l’insediamento di roditori vicino ai fabbricati e tutto quanto necessario per evitare la creazione di rifugi ottimali, utili alla loro riproduzione, poiché anche l’efficacia di una derattizzazione, che seppur darà una rapida diminuzione della popolazione dei roditori, non modificherà la capacità biologica specifica dell’ambiente infestato.

Per cui, una volta cessata la derattizzazione, la popolazione dei ratti tenderà a tornare a quei valori di densità numerica consentiti dall’ambiente e preesistenti al trattamento, in circa dodici mesi. Al contrario, la bonifica ambientale ed il rispetto delle regole suddette, modificherà drasticamente i fattori estrinseci, determinando una duratura diminuzione della capacità biologica specifica ed una definitiva riduzione della popolazione dei ratti.

Amministrazione e Cittadini impegnati quindi a derattizzare senza avvelenare l’ambiente o nuocere alla salute, segnando un’altra conquista importante per la città.

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